La Fibromialgia viene anche chiamata “Sindrome di Atlante”. Questo affascinante riferimento al mito greco del Titano Atlante, condannato da Zeus a sostenere la volta celeste, rende bene l’idea del dolore e del senso di oppressione protratto che affligge chi è affetto da questa patologia.
La fibromialgia è una sindrome multifattoriale. Potrebbe essere considerata sia una patologia reumatica che infiammatoria ma ha anche le caratteristiche di una patologia autoimmune.
È caratterizzata da dolore cronico diffuso e da diverse manifestazioni somatiche e psicologiche, tra cui affaticamento, rigidità articolare, disturbi del sonno, depressione, ansia, disturbi gastrointestinali e cognitivi.
Ha una prevalenza del 2-8% nella popolazione adulta generale ed è più comune nelle donne rispetto agli uomini, con un rapporto di 2:1.
Vari studi supportano l’ipotesi che la fibromialgia sia un “disturbo del dolore centrale”, si ha cioè un’alterazione a livello del Sistema Nervoso Centrale che provoca un aumento dell’elaborazione nocicettiva.
Inoltre studi recenti hanno dimostrato che si sviluppa un’infiammazione sistemica di basso grado, uno stato pro-ossidativo aumentato e una capacità antiossidante insufficiente che riducono la soglia del dolore e inducono affaticamento e disturbi dell’umore.
La fibromialgia mostra una forte familiarità. Attualmente non è stato individuato alcun gene predisponente, ma si è evidenziato che diversi fattori ambientali, come traumi psicologici e fisici o alcune infezioni, possono innescarne lo sviluppo e influenzarne la gravità.
TRATTAMENTO
Per quanto riguarda il trattamento della fibromialgia oggi si basa essenzialmente su una terapia di tipo farmacologico ma il trattamento adeguato dovrebbe essere multifattoriale.
Questa patologia oltre che rigidità muscolare e dolore cronico è spesso accompagnata da sintomi gastrointestinali come gonfiore, dolore, alvo alterno e intolleranze alimentari.
Molti studi hanno evidenziato che i pazienti affetti da fibromialgia presentano alterazioni del microbiota e nel 70% dei casi presenta la sindrome del colon irritabile.
Uno studio pilota ha indagato l’effetto di un’integrazione di sette settimane con un probiotico multispecie e ha mostrato un miglioramento delle capacità cognitive di 40 soggetti con diagnosi di fibromialgia. D’altra parte, non sono stati osservati altri effetti benefici nel dolore auto-riferito, nella qualità della vita, nella depressione o nell’ansia.
In primis per favorire un miglioramento dei sintomi è necessaria un’alimentazione antinfiammatoria, poi un’adeguata idratazione, integrazione e costante movimento fisico personalizzato in base al soggetto e ai sintomi che presenta.
Nella mia pratica clinica tratto dal punto di vista nutrizionale i pazienti affetti da questa patologia e collaboro con numerosi professionisti del campo sanitario per una cura a 360° della patologia, medici reumatologi, osteopati, fisioterapisti e personal trainer.
Dott.ssa Dalila Miceli