La pelle di una persona adulta ha una superficie di circa 1.8 metri quadrati e rappresenta un vero e proprio ecosistema, come l’intestino.
La nostra pelle, infatti, possiede una popolazione di microbica particolarmente complessa, anche grazie al fatto che il nostro corpo non è una tavola piatta, ma ha una conformazione fatta di pieghe e nicchie nelle quali vivono diversi microrganismi. Per renderci conto meglio di cosa stiamo parlando, possiamo dire che ogni centimetro quadrato della superficie cutanea è popolato da più di un milione di microrganismi, di almeno 100 specie differenti.
COS’É IL MICROBIOTA DELLA PELLE?
Il microbiota della pelle è definito anche “microbiota cutaneo” o “dermobiota”, non è altro che l’insieme di microrganismi (comprendenti batteri, funghi, virus e acari) che vivono in perfetta simbiosi con il nostro organismo, comunicando e interagendo con il nostro sistema immunitario.
Questa perfetta interazione permette al nostro sistema immunitario di evolversi e svilupparsi. Il microbiota della pelle è un vero e proprio biofilm microbico che ricopre la nostra pelle. Viene trasmesso a ognuno di noi al momento del parto, quindi la sua composizione è diversa a seconda della modalità del parto stesso.
Esso svolge una doppia funzione protettiva: da una parte è una barriera fisica, dall’altra è una barriera immunologica, che ostacola lo sviluppo di batteri nocivi.
Ecco perché, per evitare la colonizzazione di batteri indesiderati, è importante mantenere equilibrata la composizione del microbioma della pelle. Nel momento in cui questo equilibrio si dovesse spezzare, inizierebbero a comparire problemi infiammatori, infezioni, allergie o malattie autoimmuni, come la dermatite atopica, la psoriasi, ecc.
La pelle è sempre stata considerata la prima barriera protettiva del nostro organismo, un vero e proprio strato che ci permette di venire a contatto (e proteggerci) dall’ambiente circostante.
CHE COS’È LA DERMATITE ATOPICA?
Nota anche come eczema, la dermatite atopica è una malattia infiammatoria della cute che colpisce soprattutto i bambini. Nella maggior parte dei casi, a causa di un difetto del contenuto di grassi, le persone colpite hanno la pelle secca e, di conseguenza, più sensibile e irritabile. Il quadro clinico può cambiare con l’età del paziente.
La dermatite atopica è la malattia della pelle più diffusa tra i bambini: ne è colpito 1 su 10 e nel novanta per cento dei casi l’esordio avviene nei primi cinque anni di vita e le sedi maggiormente interessate sono il viso, le mani, le pieghe dei gomiti e nelle ginocchia: dove non di rado la cute appare ispessita ed escoriata, a seguito del continuo prurito.
Negli adulti, invece, spesso le manifestazioni risultano circoscritte al volto e alle mani.
La malattia (la familiarità è dimostrata in oltre il 70 per cento dei casi) tende a regredire soprattutto all’inizio dell’età scolare e nel corso dell’adolescenza. Ma in quattro casi su dieci persiste fino all’età adulta: soprattutto quando la prima manifestazione è stata molto precoce e se si ha una storia familiare di dermatite atopica.
A scatenare la malattia possono essere diversi fattori ambientali, non tutti ancora identificati. Si guarda con attenzione alla dieta e all’uso di detergenti, che potrebbero «avvicinare» alcune sostanze responsabili della reazione a un organismo già «suscettibile». È un dato di fatto, inoltre, che la malattia sia maggiormente diffusa dove il clima è più rigido e nella città inquinate.
IL MARE
Altro che relax. Per le persone che soffrono di dermatite atopica, l’estate risulta spesso la stagione più difficile. Colpa della riacutizzazione del prurito, uno dei sintomi principali della malattia, che condiziona il riposo notturno (causa di assenza dal lavoro per 2 pazienti su 3) e spesso porta a tenersi a distanza dalla spiaggia (come fa la metà dei pazienti, a disagio per le lesioni cutanee).
Il sole e il mare tendono ad attenuare le manifestazioni cutanee della malattia. Ma la necessità di grattarsi più di frequente può costituire una limitazione significativa durante i mesi più caldi, se si soffre di dermatite atopica. Inoltre l’esposizione al sole, al sale marino e il contatto con la sabbia può peggiorare i sintomi se il soggetto sta attraversando una fase acuta.
IL RUOLO DELL’ALIMENTAZIONE
L’alimentazione ha un ruolo chiave e duplice in questi casi.
Il primo di modulare positivamente il microbiota intestinale (favorendone l’equilibio) e di conseguenza modulando positivamente anche il microbiota cutaneo farà sì che la pelle risponda meglio agli stimoli esterni.
Un intestino in salute ci aiuterà a difenderci dai fattori che infiammano le lesioni.
Un’alimentazione antinfiammatoria personalizzata fa si che un corpo sano senza infiammazione risponderà meglio agli stimoli scatenanti e alle lesioni che si formeranno sulla pelle.
Dott.ssa Dalila Miceli