PCOS: Cos’è e cosa comporta?
La sindrome dell’ovaio policistico è un disturbo in cui le ovaie producono più androgeni, interferendo con l’ovulazione, ossia col rilascio dell’ovulo dalle ovaie. Gli ovuli sono contenuti nei follicoli presenti nelle ovaie e una volta maturi, vengono rilasciati mediante lo scoppio proprio dei follicoli. Tale meccanismo, invece, non avviene nelle donne con policistosi ovarica, motivo per cui, non maturando, i follicoli si raggruppano formando le cisti tipiche di questa sindrome.
La PCOS colpisce statisticamente il 5-20% della popolazione femminile in età fertile ed è, quindi, il disordine endocrino più diffuso fra le donne.
La PCOS costituisce una causa rilevante di infertilità e, più in generale, influisce negativamente sulla qualità della vita delle persone che ne sono affette. La diagnosi di questa sindrome in base ai Criteri di Rotterdam, richiede la presenza nelle pazienti di almeno due delle seguenti caratteristiche cliniche: disturbo ovulatorio cronico, iperandrogenismo e ovario policistico..
L’insulina, amica ma non troppo
Oggi, purtroppo, l’errore più comune è quello di spostare la nostra alimentazione a favore di carboidrati complessi e raffinati, inoltre le aziende alimentari inseriscono zucchero in quasi tutti gli alimenti. Quando ingeriamo un alimento a elevato carico glicemico, il nostro corpo vede questo come un segnale di allarme e induce la secrezione di insulina dalle cellule β del pancreas che provoca un calo anche eccessivo della glicemia nel sangue portandoci a desiderare altro cibo zuccherino. Inoltre l’insulina trasforma l’eccesso di zuccheri in trigliceridi, aumentando così la massa grassa; per questo motivo la PCOS può portare a un aumento di peso difficile da smaltire. Di conseguenza si rende necessario un intervento sulle abitudini alimentari. La combinazione di alimenti a basso carico glicemico e una dieta con un apporto proteico bilanciato causa un significativo aumento di sensibilità all’insulina dei pazienti con PCOS. Inoltre uno studio ha messo in evidenza che una dieta ricca di alimenti di origine vegetale ha effetto protettivo nei confronti di questa sindrome, al contrario di una dieta ricca di alimenti di origine animale.
La PCOS modifica la composizione corporea
Nei pazienti con PCOS si osserva una diminuzione della percentuale della massa magra o muscolare, diminuzione dell’acqua intracellulare con conseguente disidratazione, come spiego sempre ai miei pazienti, un corpo infiammato è un corpo che ritiene più liquidi poiché l’acqua serve per spegnere “il fuoco” dell’infiammazione, e aumento dell’acqua extracellulare insieme a un contenuto più basso della massa minerale ossea. Tali modificazioni portano a uno stato infiammatorio cronico e a una condizione di osteosarcopenia (fragilità ossea e muscolare), come dimostrato da uno studio in cui è stata messa in luce una carenza di osteocalcina e, quindi, un malfunzionamento degli osteoblasti correlato con questa sindrome.
Come si può fare una valutazione della massa corporea?
Presso il mio studio è possibile valutare la composizione corporea con uno strumento molto semplice e sicuro, la bioimpedenziometria o BIA con il quale, attraverso l’uso di 4 elettrodi da posizione su mano e piede, è possibile valutare la composizione di massa magra e grassa, l’acqua intra ed extra cellulare, quindi fare una valutazione sullo stato infiammatorio del paziente in modo tale da adattare al meglio il piano alimentare alle esigenze del singolo.
La PCOS può avere complicanze in altri organi?
Negli ultimi anni si è visto una correlazione con malattie epatiche e Sindrome dell’Ovaio Policistico, in particolare si può incorrere in steatosi epatica non alcolica che porta alla formazione di tessuto fibrotico. Anche in questo caso la vitamina D si è dimostrata di grande aiuto nel prevenire tali complicanze e nel migliorare i marker epatici.
E se tutto partisse dall’intestino?
Sempre maggiori sono le evidenze secondo cui la composizione del nostro microbioma sia un fattore fondamentale nell’insorgenza di praticamente tutte le patologie, di conseguenza agire su di esso aumentando la quantità di batteri commensali o “buoni” a discapito dei batteri patogeni o “cattivi” è una strategia terapeutica non solo nella prevenzione, ma anche rappresenta un valido aiuto alle terapie classiche che sempre più spesso agiscono a valle del problema e non a monte. A proposito di ciò, studi dimostrano che gli androgeni possano influenzare la composizione della flora intestinale, quindi la PCOS, caratterizzata da iperandrogenismo è sicuramente correlata a disbiosi intestinale. La PCOS, modificando il microbioma, può provocare un’alterata produzione di acidi grassi a catena corta che influiscono sull’integrità della barriera intestinale e sull’immunità.
Durante gli anni di esperienza a contatto con i miei pazienti, ho affrontato più volte casi di Sindrome dell’Ovaio Policistico e sono arrivata alla conclusione di quanto venga sottovalutato l’aiuto derivante dallo stile di vita, dieta equilibrata e allenamento costante, nel migliorare l’evolversi della malattia.
É fondamentale capire come uno stile sano, acquisito sin dalla tenera età, siano fondamentali nel prevenire ma anche nel migliorare l’evolversi della malattia.
Dott.ssa Dalila Miceli